ompei non è un museo: è una città che aspetta di essere riscoperta ogni giorno. Ogni pietra, ogni affresco, ogni oggetto quotidiano racconta una storia che ci appartiene. Il 24 ottobre del 79 d.C., quando il Vesuvio esplose con una furia che rivive ancora oggi nei racconti e nei libri di vulcanologia, non immaginava di consegnare all’umanità il più straordinario patrimonio archeologico mai preservato. In poche ore drammatiche, lapilli incandescenti, cenere vulcanica e colate piroclastiche sigillarono per sempre due gioielli dell’Impero Romano: Pompei ed Ercolano. Anche se fu distruttiva ad oggi costituisce anche il più perfetto processo di conservazione naturale che la storia ricordi. Quella catastrofe si è trasformata nel più prezioso dono alle generazioni future costituendo la finestra più autentica a noi disponibile sulla civilitas romana che ogni anno attrae milioni di visitatori. Dal Santa Chiara Boutique Hotel questo teatro dell’eternità è a portata di esperienza. Siete pronti a saperne di più in questo articolo?
Pompei: uno sguardo iniziale


A Pompei, crocevia cosmopolita, l’Impero Romano ha mostrato il suo volto più raffinato e dinamico. Con i suoi 66 ettari e una popolazione di 15.000 abitanti, ha ospitato regolarmente 20.000 spettatori nell’anfiteatro, attirando folle dal Meridione per i leggendari giochi gladiatori.
La città vantava un sistema urbanistico sorprendentemente moderno: strade lastricate con marciapiedi, fontane pubbliche a ogni incrocio, un sistema fognario efficiente e botteghe che anticipavano di duemila anni il concetto di shopping street. Le domus patrizie, con i loro atri colonnati, i peristili fioriti e gli affreschi del Quarto Stile, raccontano una società che aveva fatto dell’estetica una necessità condivisa più che un privilegio.
Oggi, Pompei vive una nuova rivoluzione, archeologica e digitale.
Le scoperte del presente che Illuminano il passato
Di fatti, Pompei, continua a parlarci rivelando segreti che ridefiniscono la nostra visione dell’antichità. L’inizio del 2025 ha visto intense ricerche archeologiche, come quelle nella Villa dei Misteri dove nuove indagini hanno svelato dettagli inediti del complesso già leggendario.
La Casa di Fedra, nella Regio IX, ha restituito affreschi mitologici mozzafiato tra cui il mito di Ippolito e Fedra, molto più di una semplice decorazione. L’Insula dei Casti Amanti, invece, ci ha offerto uno spaccato di intimità e sensibilità: un affresco raffigurante due amanti eleganti durante un banchetto ribalta l’idea dei Romani come rozzi conquistatori, restituendoci al suo posto un’immagine di raffinati esteti.
Durante gli scavi più recenti sono riemersi anche i resti di due vittime dell’eruzione, forse padre e figlio. I calchi in gesso, perfezionati grazie alla tecnologia 3D, rivelano espressioni e dettagli che creano una connessione emotiva diretta con quel tragico momento.
La Casa del Larario: Quando gli Dei Abitavano con gli Uomini
Tra le scoperte recenti più toccanti, spicca la Casa del Larario di Achille, un autentico scrigno di spiritualità domestica. Il larario – piccolo altare dedicato ai Lari, divinità protettrici della casa – sorge in un cortile impreziosito da pitture murali straordinarie raffiguranti paesaggi esotici, animali fantastici e scene mitologiche. Al centro del cortile, una grande vasca per la cisterna convive armoniosamente con la decorazione pittorica, suggerendo che sacro e quotidiano si intrecciavano costantemente nella vita pompeiana.
Questa casa dimostra come anche le famiglie di ceto medio potessero permettersi ambienti curati e profondamente simbolici, investendo nella bellezza non solo come ornamento estetico ma espressione di devozione, protezione e identità. Il culto domestico non era dunque esclusiva delle élite: i Lari, i Penati e il Genio del pater familias vegliavano su ogni casa, piccoli templi privati dove il divino si faceva intimo e rassicurante.
A pochi metri di distanza, in una domus vicino alla Casa di Leda e il Cigno, sono state rinvenute 13 statuine in terracotta, disposte ordinatamente come in un rituale interrotto di colpo. Si tratta di piccole rappresentazioni votive – forse divinità minori o antenati – che raccontano di gesti semplici ma profondamente spirituali come offerte, invocazioni e protezione per la famiglia.
La scoperta getta nuova luce su un aspetto spesso trascurato dell’antichità: la religione come pratica domestica e personale, fatta di piccoli riti, immagini care e protezione spirituale. Non solo grandi templi o cerimonie pubbliche quindi, ma anche silenziosi momenti di connessione con il sacro consumati tra le mura di casa.
I Termopolia: luoghi di ristoro dell'antichità
Passiamo ora a una delle scoperte più affascinanti della socialità antica di Pompei: I termopolia. Questi “fast food” dell’impero romano, con i loro banconi decorati e i dolia (grandi giare) usate per conservare cibi caldi, rivelano un’urbanità sorprendentemente moderna.
Il Termopolio della Regio V, completamente scavato negli ultimi anni, ha restituito non solo strutture perfettamente conservate ma anche resti di cibo carbonizzato che gli archeologi hanno analizzato per ricostruire la dieta pompeiana fatta per lo più di fave, noci, olive e anatra e maiale: un menù che racconta gusti e abitudini alimentari di duemila anni fa.
Il volto vivo della città: Domus, Foro, Terme e Anfiteatro
Per quanto detto e per molto altro ancora, passeggiare per Pompei significa attraversare un organismo urbano ancora pulsante. Le eleganti domus come quelle del Frutteto, degli Amanti o della Nave Europa raccontano la vita quotidiana di una società che aveva fatto del lusso e dell’estetica una forma di identità collettiva e non esclusiva. Ogni ambiente affrescato, ogni peristilio fiorito, è una finestra sull’anima romana. Il Foro, cuore politico, economico e religioso della città, con i templi di Giove e Apollo e la maestosa Basilica, rivelava il volto istituzionale dell’Urbe, mentre le Terme Stabiane e quelle del Foro con mosaici raffinati, stucchi decorati e sistemi di riscaldamento ingegnosi, erano centri di benessere e socialità quotidiana. Non meno importante era l’Anfiteatro, capace di ospitare 20.000 spettatori: un’arena di emozioni dove i graffiti celebravano i gladiatori come eroi popolari e dove l’organizzazione logistica faceva invidia agli stadi moderni.
In ogni pietra, Pompei racconta la propria straordinaria modernità.

I Graffiti: La voce del Popolo
Concludiamo approfondendo i graffiti, uno degli aspetti più toccanti di questo sito archeologico a cielo aperto. Ci sono i disegni che sembrano opera di bambini dell’epoca fa tra le meraviglie venute alla luce dalle ultime campagne di scavo del Parco Archeologico di Pompei.
Questi disegni infantili, insieme alle migliaia di iscrizioni che coprono le pareti della città, rappresentano la democrazia dell’eternità: accanto agli affreschi commissionati dai ricchi, le voci degli umili, dei bambini, degli innamorati, degli irriverenti hanno trovato il loro spazio immortale.
“Marcus ama Spendusa” si legge su un muro della Via dell’Abbondanza. “Celadus fa sospirare le ragazze” è graffitato su una parete dell’anfiteatro. Questi messaggi, più di qualsiasi documento ufficiale, restituiscono l’umanità vibrante di una città che non sapeva di vivere i suoi ultimi giorni e che ha sognato, intensamente, fino agli ultimi istanti.
Villa dei Papiri e le nuove frontiere
Ad ogni modo “Il futuro di Pompei è fuori Pompei.” Si potrebbe sintetizzare così la consapevolezza e la scelta di indirizzo che il Parco sta assumendo sempre più nelle sue scelte strategiche di azione e di attività di scavo indirizzate verso il territorio esterno alle mura della città antica.
Le ville suburbane, i complessi produttivi, i santuari esterni stanno rivelando infatti aspetti inediti dell’organizzazione territoriale romana. La Villa di Civita Giuliana, con i suoi mosaici e le sue strutture termali, dimostra come il lusso romano si estendesse ben oltre i confini urbani.
La Rivoluzione digitale dell'archeologia
Sotto la guida di Gabriel Zuchtriegel, il Parco Archeologico di Pompei vive una rivoluzione tecnologica. Grazie al digitale e all’e-journal, piattaforma che si ispira al valore dell’open access, il pubblico può seguire in tempo reale le scoperte trasformando ogni scavo in un evento globale.
I calchi in gesso, realizzati versando gesso liquido nelle cavità lasciate dai corpi nella cenere, sono oggi arricchiti da scanning 3D che restituiscono dettagli altrimenti invisibili all’occhio umano.
Puoi saperne di più qui.
Il percorso sopraelevato: pompei dall'alto
Infine, una delle innovazioni più spettacolari degli ultimi anni da tener presente è il percorso sopraelevato di Pompei. Dal 28 maggio 2024, è possibile ammirare domus e scavi dall’alto. La particolare passerella sospesa che permette di fare questo percorso, offre ai visitatori una prospettiva inedita permettendo una totale esperienza immersiva.
Affrontare questo percorso significa sorvolare duemila anni di storia, osservando un’urbanistica perfettamente conservata, strade lastricate e fontane pubbliche ben conservate.
Dal Santa Chiara a Pompei: un Viaggio nel Tempo
Dal Santa Chiara Boutique Hotel, raggiungere Pompei significa intraprendere uno dei viaggi culturali più emozionanti del mondo. La Circumvesuviana, che parte dalla stazione di Napoli Centrale, vi porterà in 40 minuti nel cuore dell’antichità.
Alternativamente, i nostri servizi di transfer privato trasformeranno il tragitto in un’anticipazione culturale, attraversando paesaggi vesuviani carichi di storia e suggestione.
Siamo pronti ad accogliervi e a realizzare su misura delle vostre esigenze un itinerario speciale.
Qui trovi le risposte alle domande più frequenti.
Qui puoi prenotare subito il tuo prossimo viaggio da sogno.
Vivi la tua avventura a Napoli, scegli la stanza perfetta per scoprire la città e tutto ciò che ha da offrire. Saremo felici di darti il benvenuto.